Le analisi dell’industria culturale nel secondo dopoguerra
Le analisi dell’industria culturale nel secondo dopoguerra
I due filosofi introducono per la prima volta il concetto di "industria culturale". Questa espressione ha un'accezione fortemente negativa, essa indica un complesso di prodotti di strategie di distribuzione nato dalla colonizzazione economica della sfera culturale, ovvero a quel fenomeno tipico della società industriale avanzata che finisce per asservire la cultura a scopi che le sono estranei: controllo sociale, cattura del consenso, promozione di stili e modelli di vita funzionali a una civiltà consumistica.
L'industria culturale si avvale dei canali della comunicazione di massa e mettere sul mercato prodotti standardizzati e qualitativamente mediocri.
Essa non può essere definita "cultura di Massa", perché questa espressione genera una sbagliata convinzione che si tratti di qualcosa che scaturisce in modo spontaneo dalle masse stesse. L'individuo della società di massa invece è eterodiretto, ovvero diretto dagli altri, soggetto passivo di una cultura che non è lui a elaborare.
In contrapposizione alle idee dei due filosofi il sociologo francese Edgar Morin afferma che la cultura
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