Le analisi dell’industria culturale nel secondo dopoguerra

 Le analisi dell’industria culturale nel secondo dopoguerra


Nel 1947 Theodor Adorno e Max Horkheimer, esponenti della scuola di Francoforte indagano le degenerazioni del razionalismo occidentale, di cui l'Illuminismo settecentesco è figura emblematica. Secondo gli autori la ragione novecentesca non è più lo strumento di dominio della natura, ma si è trasformata in un organo di controllo e di asservimento degli esseri umani piegati alle esigenze del sistema politico ed economico di cui fanno parte.

I due filosofi introducono per la prima volta il concetto di "industria culturale". Questa espressione ha un'accezione fortemente negativa, essa indica un complesso di prodotti di strategie di distribuzione nato dalla colonizzazione economica della sfera culturale, ovvero a quel fenomeno tipico della società industriale avanzata che finisce per asservire la cultura a scopi che le sono estranei: controllo sociale, cattura del consenso, promozione di stili e modelli di vita funzionali a una civiltà consumistica.

L'industria culturale si avvale dei canali della comunicazione di massa e mettere sul mercato prodotti standardizzati e qualitativamente mediocri. 

Essa non può essere definita "cultura di Massa", perché questa espressione genera una sbagliata convinzione che si tratti di qualcosa che scaturisce in modo spontaneo dalle masse stesse. L'individuo della società di massa invece è eterodiretto, ovvero diretto dagli altri, soggetto passivo di una cultura che non è lui a elaborare.

 In contrapposizione alle idee dei due filosofi il sociologo francese Edgar Morin afferma che la cultura


di massa va compresa, non deve dunque essere analizzata con le chiavi di lettura e della cultura tradizionale la pensi letta "dall'interno" come parte integrante della società. "Cultura" è un termine relativo, in ogni società che esistono più culture ciascuna delle quali costituisce metti enorme che orientano la vita il pensiero delle persone. Secondo Morin la cultura di massa del ventesimo secolo è per sua natura cosmopolita e planetaria e quindi è qualcosa di nuovo rispetto a tutte le altre culture. È la prima cultura veramente "universale" nella storia dell'umanità.

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