La devianza

 La devianza



Nella devianza si riconosce la forma più acuta di conflittualità sociale. Il conflitto riguarda gruppi e categorie non conformi alle norme che governano la società. Ma cos'è un comportamento normale?
Nessun comportamento è di per sé deviante, però è possibile lo diventi all'interno in un determinato contesto sociale o momento storico. 
Le norme sociali che governano la vita dei membri di una determinata società sono regole di condotta che si differenziano in basa al tipo di legittimazione e al grado di obbligatorietà. La violazione di esse genera forme diverse di devianza, che possono essere il rifiuto delle convenzioni sociali oppure la criminalità.
Le usanze e i costumi morali non sono ugualmente praticate all'interno della società, mentre le norme giuridiche, ovvero le norme emanate dallo Stato valgono in modo indifferenziato per tutti gli individui.

La sociologia di fronte alla devianza

I primi studi sociologici sul fenomeno della devianza nacquero nella Scuola di Chicago, dove diversi sociologi, Nels Anderson, Frederic Trasher, Edwin Sutherland, si confrontarono sulla possibile origine di questa. 
Nelle opere degli studiosi sopra citati la condotta deviante viene vista come il prodotto di una particolare subcultura, ovvero di un complesso di idee, di comportamenti e linguaggi elaborato da un certo gruppo, all'interno del quale un individuo compie un percorso di socializzazione. I sociologi inoltre trovarono un collegamento tra le diverse comunità devianti e la loro configurazione spaziale della vita urbana. Essi affermarono che queste comunità proliferassero di più nei luoghi dove la disorganizzazione urbana è più alta e quindi è più debole l'influsso di norme della società convenzionale.

Merton: la devianza come divario tra mezzi e fini sociali

Nella sua opera Teoria e struttura sociale Robert Merton analizza il fenomeno della devianza. Egli parte dalla constatazione che, all'interno della società, esiste un divario tra gli scopi che vengono proposti ai membri della società stessa e i mezzi effettivamente disponibili per conseguirli. Infatti

all'interno delle società tradizionali il sistema di valori prevede il miglioramento del proprio status sociale facendo uso dei mezzi che la società ritiene accettabili. 
Purtroppo sono molte le persone che non possono permettersi quei mezzi e decidano quindi di appropriarsi delle mete socialmente desiderabili attraverso vie diverse da quelle della legalità.
Tuttavia Merton afferma che non tutti coloro che non hanno i mezzi per raggiungere gli obiettivi della società abbiano comportamenti devianti. Egli individua:
- il conformismo: l'individuo accetta gli scopi sociali, pur sapendo di non poterli conseguire;
- il ritualismo: l'individuo si conforma alle condotte accettate dalla società, ma non crede ai valori che essa propone:
- la rinuncia: l'individuo rifiuta sia i valori sociali si i mezzi proposti per raggiungerli;
- la ribellione: l'individuo rifiuta scopi e mezzi e combatte attivamente per proporre nuovi valori e nuove condotte di vita.

La teoria di Merton spiega bene la condotta deviante di individui e gruppi socialmente marginali, cioè appartenenti alle fasce economicamente e culturalmente più basse della società. 

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