Alle origini della conflittualità sociale
Alle origini della conflittualità sociale
Durkheim: il concetto di anomia
Con il termine "conflittualità sociale" si intende la natura sociale degli aspetti e dei problemi che si
creano all'interno della società, in particolare si vuole individuare non solo un luogo in cui il conflitto si manifesta, ma anche i fattori da cui esso si genera.
Durkheim, è colui che ha indirizzato la sociologia verso quel fine. Nella sua opera Il suicidio. Studio di sociologia egli introduce il concetto di anomia, indicando con esso lo stato di carenza normativa che si crea in una società quando si indebolisce la coesione tra i suoi membri, questo è un presupposto fondamentale per la formazione di valori e sentimenti comuni. L'anomia favorirebbe quindi la disgregazione morale della società e l'insorgere di comportamenti pericolosi, come ad esempio il suicidio
Anomia e conflittualità sociale
Secondo al prospettiva di Durkheim quindi la causa profonda dei conflitti sociali risiede nella società e non nelle persone, "anomici" sono i contesti sociali in cui le persone si trovano a vivere e non i loro comportamenti.
L'anomia non scaturisce dalla vita sociale, ma si verifica in determinati contesti storici che sono caratterizzati da mutamenti particolarmente rapidi e radicali. Durkheim attribuisce alla sociologia il compito di riaffermare la fondamentale coesione e unità organica del corpo sociale.
Altri autori sociologici invece affermano che la conflittualità sociale è un aspetto essenziale dell'esistenza stessa della società. La quale non è un organismo fondato sulla collaborazione delle diverse parti ma il teatro perenne delle lotte e divisioni tra queste stesse parti. Il compito del sociologo è quindi quello di analizzare le manifestazioni e le cause del conflitto, prima di tutte la disuguaglianza di posizioni esistente tra i diversi membri.
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